Osserva

Nell’intensità costante del muoversi quotidiano,

nella ricerca perenne da parte della mente di una spiegazione razionale per qualsiasi evento, interno o esterno che sia,

nella fuga dal silenzio generata dall’incomprensione dell’origine dell’incertezza,

nell’abitudine di considerare il nostro essere in termini di paragone e produttività,

può succedere di non riuscire ad uscire dalla ricerca dell’abbellimento descrittivo, dal voler a tutti costi esprimere a parole ciò che non ha verbo..

A volte bastano poche parole, un gesto, un’esclamazione di stupore.

Altre volte, niente sublima di più la bellezza dell’assenza di espressione, il silenzio d’osservazione, l’essere, senza il perché.

È pur vero che son le domande, la curiosità, ad accendere la gioia della scoperta, della ricerca.

La spinta verso l’ignoto, il cambiamento, la rivoluzione interiore.

Ma l’importanza del viversi senza dover giustificare a sé stessi la stessa esistenza, può essere compresa a pieno dalla contemplazione dell’esistenza stessa.

Dall’immersione completa e profonda in ciò che si è, nell’atto che si sta compiendo. Esistere.

In quegli istanti, che sembrano attimi, il tempo scorre in maniera differente, le lancette si fermano e ciò che per noi può sembrare un minuto, potrebbe essere in realtà lo scorrere delle ore per le macchine che segnano il tempo.

Lo spazio a sua volta si restringe, trovando nell’infinitesimamente piccolo l’infinitesimamente grande, il macro nel micro.

Il mondo attorno concentra le tue e le sue energie su di te, senza pressioni, e ciò ti permette di nutriti della sua essenza.

La vibrazione della tua mente raggiunge tonalità di colori mai visti dal senso comune.

Siamo parcelle di atomi alla ricerca di un insieme, di un unione da riconoscere al nostro interno, prima che nell’esterno.

L’emanazione della nostra energia è il risultato della ricerca stessa.

Siamo cercatori di noi stessi che dimenticano di cercare nei posti più vicini, quelli più ovvi, i posti dell’anima, come rappresentazione del profondo stato cosciente che possiamo definire armonía, centratura.

Riconosciamoci nell’infinito,

nell’incerto vagabondare del cuore alla scoperta dell’amore che risiede al suo interno e che è pronto ad esplodere.

In quella immersione intensa lasciamo andare i pensieri, le interpretazioni e le emozioni, lasciando che la realtà si manifesti in quanto pura osservazione.

Le due polarità dell’osservazione e della visualizzazione, sono le più grandi armi a nostra disposizione per imparare a condividere ed accettare. Ad amare. In una coscienza non giudicante. Qualsiasi attributo è un giudizio limitante per la realtà non duale.

Evidenziando e accettando l’indeterminazione dell’infinito spazio che ci circonda e pervade, trascendendo l’incertezza, possiamo esercitarci a visualizzare la creazione dei mondi.

Ad emanare piuttosto che adattarci alla ricezione.