La memoria dell’acqua

Masaru Emoto,  nasce in Giappone il 22 luglio del 1943, saggista e ricercatore indipendente, noto alla cronaca, scientifica e non, come sostenitore della tesi sulla “memoria dell’acqua”. Nei suoi esperimenti è riuscito a dimostrare come l’acqua può registrare informazioni e come queste informazioni influenzino l’acqua stessa.

L’acqua è vita, l’essere umano è costituito dal 70% di acqua, come lo è il pianeta terra. Senza l’acqua non potremmo vivere e non è poi così assurdo pensare che abbia un ruolo fondamentale nella trasmissione delle informazioni e nell’alterazione che può generare dalle vibrazioni e dalle quali può essere quindi alterata.

Secondo la sua teoria, la capicità di memoria dell’acqua includerebbe quindi la possibilità di ricordare la struttura della musica e delle parole e quindi le emozioni ad esse associate. Egli ha analizzato i cristalli d’acqua dopo che questa è stata esposta a diverse musiche e parole e dallo studio è emerso che se l’acqua veniva esposta a musiche armoniose, a parole dolci, d’amore e gratitudine, i cristalli assumevano forme geometriche ben definite.
Se invece l’acqua veniva esposta a musiche come l’heavy metal, a parole d’odio o a radiazioni, i suoi cristalli diventavano indefiniti e disarmonici.

Love and Gratitude
I Can Do It
Buddhist Mantra


Sulla stessa linea era Jacques Benveniste, un famoso dottore francese che dopo aver esercitato in alcuni ospedali parigini si è dedicato alla ricerca biomedica. Ha collaborato con l’Institut de Recherche sur le Cancer (CNRS) e con la Scripps Clinic and Research Foundation (La Jolla, California). Nel 1978 è diventato direttore di ricerca all’INSERM (Clamart), quindi capo dell’unità di immunologia.

Egli asseriva che l’acqua avesse tra le sue proprietà anche quella di mantenere una traccia, “un ricordo” delle sostanze con cui è venuta in contatto, da li “memoria dell’acqua”.

Nel 1988 pubblicò su “Nature“, una delle più antiche ed importanti riviste scientifiche esistenti, forse in assoluto quella considerata di maggior prestigio nell’ambito della comunità scientifica internazionale, i suoi esperimenti nei quali dimostrava come l’acqua fosse capace di riportare le informazioni delle sostanze  che in essa venivano disciolte o diluite, di fatto comprovando l’efficacia dell’omeopatia.

Entrambi sono stati aspramente criticati dalla comunità scientifica.