Agricoltura Naturale

Masanobu Fukuoka era un microbiologo Giapponese, specializzato in patologie delle piante; un ricercatore, un uomo di scienza, aveva una carriera davanti, una carriera come tecnico agrario in un’epoca nella quale tutti i settori avevano fama di innovazione e nuove scoperte.

Nonostante questo, Fukuoka un giorno ha una sorta di illuminazione filosofica, che lo porta a mettere in dubbio tutta la reale efficacia degli studi agronomici tradizionali, dovuta alla presa di coscienza della grande immensità e forza della natura, che l’uomo cerca inutilmente di piegare al suo volere.

Questo lo induce ad elaborare un metodo di coltivazione che prenderà in seguito il nome di agricoltura naturale; egli stesso dedica tutte le sue energie a sperimentare il suo metodo per anni, sino ad ottenere raccolti anche superiori a quelli dell’agricoltura chimica.


Coltivare in modo naturale significa produrre cibo per se stessi e/o per gli altri rispettando il naturale equilibrio delle matrici fondamentali (aria, acqua, suolo).

Video/intervista a Fukuoka

I pilastri di questo innovativo metodo sono semplici :

1- nessuna lavorazione del terreno : niente aratura, il rivoltamento del terreno che noi conosciamo è utile a strutturare la composizione del suolo e favorisce lo sviluppo dell’apparato radicale.

Fukuoka ottiene questo risultato senza lavorare il terreno, utilizzando invece un’attenta rotazione coltura, una perenne copertura del suolo (che evita l’erosione degli agenti atmosferici) con pacciamatura viva di trifoglio e sfalcio di cereali; sono le radici stesse che arano il terreno in continuazione, supportate dal lavoro della fauna edafica, la quale non disturbata dalle arature prolifera e arricchisce il terreno di sostanza organica.

2- nessuna concimazione chimica o organica : il suolo si arricchisce da solo con gli sfalci e le pacciamature vegetali, gli equilibri che si vengono a creare con l’aumento dell’humus forniscono i necessari nutrimenti alle piante.

I campi di fukuoka dopo vent’anni di coltivazioni risultano ricchissimi di sostanza organica, mentre quelli lavorati col metodo chimico sono sempre più impoveriti e col passare del tempo vanno incontro a processi di desertificazione.

3 – nessuno diserbo, ne con prodotti chimici ne con attrezzature meccaniche: le erbacce vengono contenute con le pacciamature e l’uso di trifoglio bianco.

Una volta che i cereali che vengono coltivati superano l’altezza e le dimensioni delle erbacce, queste non costituiranno più un problema.

4 – nessun prodotto chimico : la dipendenza dalle sostanze chimiche genera squilibri negli ecosistemi e rende le piante più deboli (a conferma di questo oggi ci troviamo di fronte al problema OGM, per rinforzare piante che sono sempre meno resistenti ai parassiti)

Di sicuro l’enunciazione di queste regole provoca un effetto di stupore e incredulità; questo è però un metodo serio ampiamente testato e verificato e il suo ideatore non è un filosofo, con tendenze hippy, ma uno scienziato, un ricercatore, che ha dedicato anni a questa ricerca, con risultati ampiamente dimostrati.

Convertire un’azienda all’agricoltura naturale, non è un’operazione immediata.

La fertilità del suolo necessaria per liberarsi dalle pratiche dell’aratura, si ottiene dopo anni di applicazione del metodo (la cosa sorprendente è che continuerà a migliorare negli anni).

Le famose palline d’argilla piene di semi di Fukuoka