Bishnoi, I guardiani della natura

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di Enrico Baccarini© – Gli ecologisti moderni hanno i loro precursori nell’India di molti secoli fa, uomini pronti a morire per salvare un’albero, una foresta e il mondo vegetale. Questa che stiamo per raccontarvi è la storia di un gruppo etnico che si immolò per proteggere la natura e che la storia, solo in tempi recenti, ha riportato alla memoria. I Bishnoi, o Vishnoi deriva dal vocabolo bish, «venti», e noi, «nove» in dialetto rajasthani (una forma dialettale dell’hindi). Fanno partedi una comunità vishnuita presente soprattutto nello Stato del Rajasthan, specialmente nelle regioni di Jodhpur e di Bikaner, ma anche in numero esiguo nel vicino Stato dell’Haryana. La setta fu creata nel XV secolo dal guru Jambeshwar Bhagavan, noto comunemente come Jambaji (1451-1536). Per quanto quasi del tutto sconosciuti in Occidente i Bishnoi sono forse gli ambientalisti più radicali e antichi al mondo. Nella loro visione ritengono che tutti gli animali siano sacri, in particolare l’antilope cervicapra, una specie che oggi e a rischio di estinzione.

Jambeshwar Bhagavan, noto comunemente come Jambaji

Le donne Bishnoi giungono anche ad allattare i piccoli che rimangono orfani. La sacralità conferita a questo animale nasce dal fatto che i Bishnoi credono che dopo la morte la loro anima si reincarni nel un corpo di un’antilope. Oltre alle specie animali questa setta possiede una lunga tradizione nella salvaguardia del khejri, un tipo di albero per il quale in passato non hanno esitato a sacrificare la propria vita. Gli uomini possono essere riconosciuti per il grande turbante bianco che portano in testa mentre le donne in genere vestono di rosso (o di viola per esprimere il proprio lutto), portando un grosso anello al naso, una gonna con un punto bianco e una dupatta, una lunga sciarpa, rossa con il bordo verde. Questo gruppo religioso, come accennato, fu fondato nel XV secolo, in un momento storico in cui la regione attorno a Jodhpur era stata colpita da una forte siccità. Come ogni tradizione che si rispetti, tutto avvenne grazie ad una illuminazione.

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Un uomo di nome Jambeshwar fece un sogno che gli rivelò come la mancanza d’acqua fosse da collegare all’ingerenza umana nell’ordine naturale. Stabilì allora 29 precetti per proteggere la natura, che vietavano (ieri come oggi) ai membri della setta di uccidere animali, di abbattere alberi e di usare la legna per le pire (i Bishnoi, a differenza della maggior parte degli hindu, seppelliscono i morti). Altri comandamenti impongono di fare il bagno al mattino presto, di astenersi dall’oppio, dalla canapa indiana e dall’alcol, di evitare polemiche inutili e di non indossare il blu. In qest’ultimo caso si ritiene che l’origine di questo precetto fosse derivato per salvaguardare la pianta dell’indaco. Potremmo quasi vedere in certe regole che seguono una specularità con la religione Jainista nonostante la loro genesi sia del tutto diversa.


Jambeshwar divenne noto come Guru Jambaji e i suoi seguaci furono battezzati Bishnoi, che appunto significa «29», dal numero dei comandamenti. Eccoli nella loro interezza:

1) Tees Din Sutak: osserva 30 giorni di sutak – impurità rituale – dopo il parto e che madre e figlio siano in quel tempo esclusi dalle attività casalinghe.

2) Panch Rituvanti Niyaro: durante il ciclo mestruale la donna sia esclusa dalle attività casalinghe per 5 giorni.

3) Sairo Karo Sinan: fai un bagno ogni mattina.

4) Sheel, Santosh, Suchy Piyaro: mantieni il buonumore, sii contento e conserva la purezza e la pulizia.

5) Dwi-Kal Sandhya Karo: prega due volte al giorno ( mattina e sera).

6) Sanjk Aarti Gun Gao: canta inni di lode al Signore la sera.

7) Hom Hit, Chit, Preet Su Hoy: fai offerte al sacro fuoco con sentimento di benessere, amore e devozione.

8) Pani, Indhan, Dudh Ne Lije Chhan: usa acqua e latte filtrati e bolliti per renderli liberi da impurità e insetti.

9) Bani Ne lije Chhan: pensa prima di parlare.

10) Ekshma Hirde Dharo: perdona di cuore.

11) Daya Hirde Dharo: sii compassionevole, gentile, comprensivo di cuore.

12) Chori Barjiyo: è proibito rubare o utilizzare beni altrui senza permesso.

13) Ninda Barjiyo: è bandita la critica malevola.

14) Jhuth Barjyio: è proibita la menzogna.

15) Bad Na Karno Koy: non indulgere in inutili controversie/dispute.

16) Amawas Vart Rakhno: digiuna negli Amawas ( l’ultimo giorno di luna calante di ogni mese).

17) Bhajan Vishnu Batayo Joy: adora e recita il nome di Vishnu con devozione.

18) Jeev Dala Palany: sii compassionevole verso tutti gli esseri viventi.

19) Runkh Lila Nahi Ghave: non tagliare alberi verdi.

20) Ajar Jare Jeevat Mare: vinci il tuo Ego.

21) Kare Rasoi Hath Su: mangia cibo casalingo, non mangiare cibo cucinato o conservato in maniera impura.

22) Amar Rakhave That: offri rifugio agli animali abbandonati, affinchè questi possano terminare con dignità le loro vite e non venire uccisi.

23) Bail Badhiya Na Karave: non castrare i tori.

24) Amal Su Dur Hi Bhage: non commerciare in oppio.

25) Tamakhu Su Dur Hi Bhage: non fumare nè usare il tabacco e i suoi derivati.

26) Bhang Su Dur Hi Bhage: non consumare o trafficare in narcotici.

27) Madh Su Dur Hi Bhage: non consumare o trafficare in alcolici.

28) Mans Su Dur Hi Bhage: non mangiare carne o cibo che non sia vegetariano.

29) Leel Na Lave Ang: non utilizzare il colore blu-violetto, estratto dalla pianta dell’Indigo ancora verde.

Il massacro di khejarli

Nel 1730 i Bishnoi misero in atto il loro più celebre sacrificio. Il maharaja di Jodhpur aveva inviato dei taglialegna nei loro villaggi al fine di abbattere degli alberi di Khejri destinati alle fornaci reali. Una donna chiamata Amrita Devi si strinse a uno degli alberi gridando «Una testa mozzata vale meno di un albero abbattuto». Un boscaiolo la decapitò con l’ascia. Altri Bishnoi seguirono il suo esempio e si consegnarono ai taglialegna, che alla fine uccisero 363 persone. Un vero massacro. Il maharaja, dopo aver avuto notizia della strage decise di proteggere la zona intorno ai villaggi bishnoi, vietando l’abbattimento di alberi e la caccia di frodo. La testimonianza di questi uomini e donne rimase un monito e un ammonimento per le genazioni future a rispettare la vita in ogni sua forma. Un insegnamento che anche oggi sembra più attuale che mai!

Il sito di Khejarli oggi è un tranquillo boschetto di Khejri in cui è stato costruito un tempio a memoria del sacrificio. I Bishnoi continuano a vivere secondo il loro severo codice, difendendo la natura e proteggendo la vita in ogni sua forma e ad ogni costo.

Il tempio costruito sul luogo del massacro di Khejarli